Browse By

Manifestare per la pace

Manifestazione a Milano ore 15 sabato 26 febbraio 2022.

Ero stanca e avevo avuto una mattina impegnativa, ma alla fine ho deciso di andare a manifestare per la pace in Ucraina perché questa guerra mi preoccupa e mi indigna come tutte le guerre, ma inoltre mi porta la preoccupazione e la sofferenza di avere là, in pericolo, una persona cara e la sua famiglia e tutto quello che posso fare è partecipare alle manifestazioni, ascoltare con trepitazione le notizie e sentire quotidianamente Serghiy  ( il ragazzo ucraino che abbiamo ospitato tramite Les Cultures per 5 anni, fino all’inizio della pandemia). Raggiungendo largo Cairoli in metrò non ho potuto non pensare a tutte le persone che a Kiev stanno rifugiandosi in metropolitana. 

Alla manifestazione c’erano moltissime persone, gli organizzatori dicono 30.000, un corteo grande, di quelli che quando la testa del corteo arriva in piazza Duomo la coda ha appena iniziato a muoversi. C’erano persone di tutte le età, fra cui molti giovani, i ragazzi delle scuole e delle università, molte famiglie e molte persone ucraine di tutte le età. All’inizio del corteo una bandiera della pace grandissima tenuta da tante persone, lo striscione degli studenti “Make school, not war. Disertiamo guerra e confini”, poi verso la fine una grandissima bandiera ucraina e ovunque moltissime bandiere della pace e bandiere ucraine grandi e piccole. Cori, musica, la banda degli ottoni,  l’inno ucraino cantato molte volte. Un corteo contro la guerra, contro Putin, per la libertà della ucraina, per l’attenzione alle persone e contro i grandi interessi economici e geopolitici. Mentre ero lì ho fatto tante foto e tanti filmati che ho mandato man mano a Serghiy per vivere con lui quel momento di vicinanza di tante persone al suo Paese, al suo popolo e all’impegno per la PACE.

Del corteo mi ha colpito la voglia di comunicare, il pianto di una signora ucraina che ha fatto vedere a me e ad altre persone la foto dei suoi 4 figli là e dei 5 nipoti, i cartelli mostrati per far sentire la propria voce, una signora ucraina che piangendo diceva che l’Europa non deve lasciarli soli, una ragazza russa che testimoniava la sua vicinanza all’Ucraina e la sua contrarietà alla guerra, gli slogan di pace, l’inno ucraino (che più volte a casa Serghiy ci ha cantato con la sua bella voce), la dignità delle persone ucraine, un bambino di origine ucraina in spalla al suo papà che gridava il nome del suo paese di origine ottenendo in risposta la parola LIBERTÀ. 

Cinzia Mauri
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.